Vai ai contenuti

Santi del 14 Ottobre

Il mio Santo > I Santi di Ottobre

*Santa Angadrisma - Badessa (14 ottobre)

+ 695 circa
Angadrisma visse nel VII secolo nella diocesi di Thérouanne, nella Francia settentrionale.
La sua educazione subì il positivo influsso del vescovo, Sant'Omero, e del cugino, San Lamberto di Lione, in quel periodo monaco a Fontanelle. Per seguire la vocazione alla vita religiosa, dovette
contrastare l'opposizione del padre, che l'aveva promessa in sposa ad un giovane signore, il futuro vescovo di Rouen, Sant'Ansberto.
Si ammalò di lebbra e fu libera così di ricevere l'abito religioso. Lo stesso giorno la malattia scomparve miracolosamente.
La sua vita monacale fu esemplare.
Divenne badessa di un convento nei pressi di Beauvais. Parecchi miracoli furono attribuiti alla sua intercessione quando era ancora in vita, tra i quali l'estinzione di un incendio che minacciava il monastero, contrastandolo con l'esposizione delle reliquie del fondatore, sant'Ebrulfo.  
Angadrisma morì più che ottantenne nel 695 circa. Invocata subito come Santa, fu annoverata tra i patroni di Beauvais e invocata contro gli incendi, la siccità e le calamità. (Avvenire)  
Martirologio Romano: Presso Beauvais in Neustria, ora in Francia, Santa Angadrisma, badessa del monastero fondato da Sant’Ebrolfo e chiamato l’Oratorio, perché aveva più luoghi di preghiera, in cui ella senza sosta serviva il Signore.
Santa Angadrisma visse nel VII secolo nella diocesi di Thérouanne, nella Francia settentrionale. La sua  educazione subì il positivo influsso del vescovo Sant’Omero e del cugino San Lamberto di Lione, in quel periodo monaco  a Fontanelle. Da essi sostenuta nella vocazione alla vita religiosa,
dovette però contrastare l’opposizione di suo  padre, che l’aveva promessa in sposa ad un giovane signore, il futuro vescovo di Rouen Sant’Ansberto.
Onde evitare le indesiderate nozze, Angadrisma pregò di poter divenire fisicamente meno attraente, ma la sua preghiera  ebbe efetti persino esagerati e si ammalò di lebbra. Ciò le permise almeno di essere libera di ricevere l’abito religioso per mano di Sant’Audoeno. Ma da quel giorno la malattia scomparve miracolosamente di colpo.
La sua vita monacale fu a dir poco esemplare ed in seguito divenne badessa di un convento nei pressi di Beauvais. Parecchi miracoli furono attribuiti alla sua intercessione quando era ancora in vita, tra i quali l’estinzione di un incendio che minacciava il monastero contrastandolo con l’esposizione delle reliquie del fondatore, Sant’Ebrulfo.
Angadrisma morì più che ottantenne nel 695 circa. Invocata subito come santa, fu  annoverata tra i patroni di Beauvais ed invocata contro gli incendi, la siccità e le pubbliche calamità.
Ripetutamente traslate a causa della distruzione del convento e poi della Rivoluzione Francese, le sue reliquie riposano oggi nella cattedrale.
(Autore: Fabio Arduino – Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Santa Angadrisma, pregate per noi.

*Beata Anna Maria Aranda Riera - Vergine e Martire (14 ottobre)

Schede dei gruppi a cui appartiene:
“Beati 233 Martiri Spagnoli di Valencia" Beatificati nel 2001”
“Martiri della Guerra di Spagna”
Ana María Aranda Riera, fedele laica, nacque il 24 gennaio 1888 a Denia (Alicante), fu battezzata il 26 gennaio 1888 e cresimata il 31 maggio 1895 nella chiesa parrocchiale Nostra Signora dell’Assunzione.
Ricevette la prima comunione nella Cappella del Collegio del Sacro Cuore di Gesù delle Suore Carmelitane della Carità a Denia.
Per ragioni economiche, nel 1925, la sua famiglia si trasferì a Valencia dove la SdD aderì all’Azione Cattolica partecipò quotidianamente all’Eucaristia e alla recita del rosario.
Si dedicò alla catechesi e all’assistenza dei poveri.
Fu incarcerata il 28 agosto e offrì la sua vita per Cristo il 14 ottobre 1936 nel Picadero di Paterna. La sua beatificazione è stata celebrata da Papa Giovanni Paolo II l’11 marzo 2001.
Martirologio Romano: Nel villaggio di Picadero de Paterna nel territorio di Valencia in Spagna, Beata Anna Maria Aranda Riera, vergine e martire, che, in tempo di persecuzione contro la fede, versò il sangue per Cristo.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Beata Anna Maria Aranda Riera, pregate per noi.

*San Callisto I - 16° Papa (14 ottobre)

m. 222
(Papa dal 217 al 222)
Ebbe molti avversari tra i cristiani dissidenti di Roma, e proprio da uno scritto del capo di questi cristiani separati, un antipapa, abbiamo quasi tutte le notizie sul suo conto, presentate però in modo tendenzioso.
Vi si legge che, prima di diventare Papa, era stato schiavo e frodatore. Fuggito in Portogallo,
venne arrestato e ricondotto a Roma, dove subì una condanna ai lavori forzati nelle miniere della Sardegna.
Tornato a Roma in occasione di un'amnistia, venne inviato ad Anzio. Papa Zeffirino, però, lo richiamò a Roma, affidandogli la cura dei cimiteri della Chiesa. Iniziò così lo scavo del grande sepolcreto lungo la via Appia che porta il suo nome.
Alla morte di Zeffirino, Callisto venne eletto Papa. Ma il suo pontificato attirò le inimicizie di un'ala della comunità cristiana di Roma che lo accusò, falsamente, di eresia.
Il riscatto definitivo su questa figura controversa venne dal suo martirio. Callisto, infatti, fu gettato in un pozzo di Trastevere, forse in una sommossa popolare contro i cristiani nel 222. (Avvenire)
Etimologia: Callisto = il più bello, bellissimo, dal greco
Martirologio Romano: San Callisto I, Papa, martire: da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri; eletto poi Papa promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi, coronando infine il suo operoso episcopato con un luminoso martirio. In questo giorno si commemaora la deposizione del suo corpo nel cimitero di Calepodio a Roma sulla via Aurelia.
A Roma sono famose le Catacombe di San Callisto, lungo la via Appia. Tra i molti cimiteri sotterranei dell'Urbe, quelle di San Callisto sono le Catacombe più note e più frequentate, celebri soprattutto per la cosiddetta " Cripta dei Papi ".
Ma tra i moltissimi Martiri e i Pontefici deposti ivi questo sepolcreto, inutilmente si cercherebbe il corpo del Santo dal quale le Catacombe lungo la via Appia hanno preso il nome, e che è segnato oggi sul Calendario universale della Chiesa, onorato come " Martire ".
La sorte di questo Santo, Pontefice agli inizi del III secolo, è stata veramente strana. Egli ebbe, ai suoi tempi, molti avversari tra i cristiani dissidenti di Roma, e proprio da uno scritto del capo di questi cristiani separati, cioè di un Antipapa, abbiamo quasi tutte le notizie sul conto di San Callisto. Sono, naturalmente, notizie che tendono a farlo apparire riprovevole e quasi odioso.
San Callisto viene detto, per esempio, " uomo industrioso per il male e pieno di risorse per l'errore ".
Vi si legge che, prima di diventare Papa, era stato schiavo, frodatore di un padrone troppo ingenuo, finanziere improvvisato e bancarottiere più o meno fraudolento. Fuggito in Portogallo, venne arrestato e ricondotto a Roma, dove subì una condanna ai lavori forzati, nelle miniere della Sardegna.
Tornato a Roma in occasione di un'amnistia, venne inviato ad Anzio perché - sempre secondo il racconto tendenzioso del suo avversario - il Papa non volle averlo d'intorno. Ma la lunga
permanenza ad Anzio dovette riscattare l'antico schiavo dai suoi difetti, se mai ne ebbe, perché un altro Papa, Zeffirino, lo richiamò a Roma, affidando alla sua intraprendenza la cura dei cimiteri della Chiesa. Fu allora che Callisto iniziò lo scavo dei grande sepolcreto lungo la via Appia che doveva portare il suo nome.
Alla morte di Zeffirino, Callisto passò dalla cura dei morti a quella dei vivi, essendo eletto Papa egli stesso. E fu proprio allora, come Papa, che il reduce dalle miniere della Sardegna e dall'" esilio" di Anzio, si attirò le recriminazioni di certi cristiani troppo ligi alla tradizione, troppo rigidi nella morale, troppo retrivi alle novità.
Fu accusato di eresia, nella formulazione del mistero della Trinità, che invece Callisto sosteneva secondo la tradizione ortodossa, confermata poi dai concili.
Venne incolpato, inoltre, di scarso zelo mentre, in tempi di rilassatezza, istituì il digiuno delle Quattro Tempora.
Gli fu rimproverato soprattutto il " lassismo ", cioè la scarsa severità disciplinare. Accoglieva infatti nella Chiesa i peccatori pentiti e . cristiani che debolmente avevano difeso la loro fede in tempo di pericolo.
Ma qualsiasi ombra gravasse sulla vita di San Callisto, venne riscattata alla sua morte, che fu morte di Martire, nel 222. Gettato in un pozzo di Trastevere, forse in una sommossa popolare, il suo corpo venne deposto di là dal fiume, lungo la via Aurelia, lontano dalle Catacombe da lui aperte lungo la via Appia, che di San Callisto conservano il nome ma non le reliquie.
(Fonte: Archivio Parrocchia)

Giaculatoria - San Callisto I, pregate per noi.

*San Celeste (Celestio) di Metz - Vescovo (14 ottobre)

Emblema: Bastone pastorale
Il catalogo metrico dei Vescovi di Metz, compilato tra il 776 e il 778 (il più antico repertorio del genere) colloca Celeste al secondo posto, subito dopo il protovescovo Clemente e prima di Felice.
Si volle poi precisare che Celeste morì un 14 ottobre, dopo quindici anni di governo: poiché uno dei suoi successori è documentato nel 346, si deduce che, dando ad ogni episcopato una durata media, Celeste sarebbe stato a capo della Chiesa di Metz alla fine del sec. III o, con maggiore probabilità, all'inizio del IV.
Sepolto, secondo notizie piuttosto incerte, davanti all'ingresso della Cripta di San Clemente, in seguito, a cura di Drogone, il suo corpo fu traslato a Marmoutier, in Alsazia.
La sua festa ricorre il 14 ottobre.
(Autore: Pietro Burchi – Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - San Celeste di Metz, pregate per noi.

*San Domenico Loricato - Monaco (14 ottobre)

Sec. X
Domenico, camaldolese del X-XI secolo, è detto Loricato perché a scopo di penitenza indossava sempre una specie di camicia di ferro a maglie fitte, detta "lorica".
Nato nel territorio di Cagli, nelle Marche, era monaco a Fonte Avellana, quando il suo amico e maestro Pier Damiani lo chiamò a reggere la nuova comunità eremitica della Santissima Trinità alle falde del monte San Vicino.
Alla morte, avvenuta nel 1060, il culto si diffuse rapidamente. Il corpo - posto nella chiesa a lui dedicata -, quando nel 1400 il monastero si svuotò fu traslato nella chiesa parrocchiale di Sant'Anna a Frontale (Macerata), dove è venerato. (Avvenire)
Martirologio Romano: A San Severino nelle Marche, San Domenico, detto Loricato per la cintura di ferro di cui si era cinto i fianchi, sacerdote dell’Ordine dei Camaldolesi, che, ordinato per simonia, si fece poi monaco eremita e, discepolo di San Damiano, condusse un’aspra vita di austerità e penitenza.
San Domenico Loricato (X sec.), originario del Cagliese, è venerato nella chiesa parrocchiale di
Frontale (MC), dove riposano le sue spoglie.
Monaco camaldolese a Fonte Avellana, fu chiamato dal suo amico e maestro San Pier Damiani a reggere la nuova comunità eremitica del monastero della Santissima Trinità, da lui fondato alle falde del San Vicino.
Fu l'eroe della penitenza, una penitenza inaudita, tutta tesa a mortificare il proprio corpo, al punto da indossare, senza mai toglierla, una specie di camicia di ferro a maglie concatenate, la "lorica", da cui prese il nome.
Morì il 14 ottobre 1060 e il suo culto si diffuse rapidamente dovunque fosse presente una comunità camaldolese.
Il suo corpo fu posto in venerazione nella Chiesa della Santissima Trinità, che tra la fine del 1200 e gli inizi del 1300 i monaci ricostruirono, dedicandola a lui.
Quando nel 1400 il monastero rimase vuoto, la cura spirituale di Frontale ed il culto di San Domenico furono affidati al clero secolare.
Nel 1776 il santo corpo fu traslato a Frontale nella chiesa di S. Anna.
La sua festa si celebra il 14 ottobre.
(Fonte: Da "San Severino terra di santi", a cura dell'Archeoclub di San Severino e della Biblioteca Comunale "F. Antolisei)

Giaculatoria - San Domenico Loricato, pregate per noi.

*San Donaziano di Reims - Vescovo (14 ottobre)

Reims, † 389 ca.
Martirologio Romano: A Bruges nel territorio dell’odierno Belgio, commemorazione di San Donaziano, vescovo di Reims, le cui reliquie si conservano in questa città.
Vi sono perlomeno sei Santi che portano questo nome, originari della Francia o dell’Africa, tre di essi sono martiri e tre sono vescovi e fra questi vi è San Donaziano vescovo di Reims.
Forse è più conosciuto per le opere d’arte che lo raffigurano, che per la sua vita; si sa solo che fu il settimo vescovo di Reims, città della Francia settentrionale, che qualche decennio dopo vide il battesimo di re Clodoveo e l’inizio della conversione al cristianesimo dei Franchi.
Donaziano visse e fu vescovo nel IV secolo, il suo episcopato deve essere stato memorabile, perché è raffigurato sempre con manto solenne, mitria e pastorale; morì nel 389 circa.
Stranamente più che della sua vita, si sa qualcosa delle sue reliquie; le quali nel secolo IX furono date a Sant’Anscario di Corbie, deposte poi a Thouront, nell’863 esse furono traslate a Bruges, in quel tempo capitale della contea di Fiandra (Belgio).
In questa città si instaurò un diffuso culto per il santo vescovo della Gallia (Francia), al punto che ancora oggi la cattedrale e la diocesi stessa di Bruges, sono poste sotto il nome di San Donaziano.
La Rivoluzione Francese dissacrante, arrivò anche qui e nel 1799 distrusse la cattedrale; nel 1806 le reliquie furono deposte in una nuova cassa.
Il culto per il Santo è particolarmente sentito nelle Fiandre, specie a Bruges, perciò si può capire che l’iconografia che lo riguarda è stata prodotta specie in questa città, in cui sorse la “Scuola di
Bruges”, scuola che iniziò la grande pittura fiamminga del secolo XV.
E San Donaziano, insieme alla Madonna in trono con il Bambino e San Giorgio che presenta il committente, canonico Van der Paele, è raffigurato nel grande capolavoro del pittore fiammingo Jan van Eyck, questo quadro è conservato appunto nel Museo Comunale delle Belle Arti di Bruges.
In questo ed in altri quadri il Santo vescovo, oltre gli attributi tipici della sua dignità vescovile, porta in mano anche una ruota con cinque ceri accesi, in memoria di un prodigio, avvenuto con il suo corpo finito nel fiume.
San Donaziano è invocato contro le inondazioni ed i disastri provocati dalle acque.
Il “Martirologio Romano” ed i “Propri” di Reims e Bruges, lo celebrano il 14 ottobre.
(Autore: Antonio Borrelli – Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - San Donaziano di Reims, pregate per noi.

*San Fortunato di Todi - Vescovo (14 ottobre)

Martirologio Romano: A Todi in Umbria, San Fortunato, vescovo, che, come riferisce il Papa San Gregorio Magno, rifulse di immensa virtù nel prestare assistenza ai malati.
Tutto ciò che conosciamo intorno alla sua persona è racchiuso nei Dialogi di San Gregorio Magno, il quale, però, dopo aver detto che Fortunato fu «vir vitae venerabilis», fornito «in exfugandis
spiritibus, immensae virtutis gratia», si limita ad esporre alcuni miracoli, da lui operati.
Alcuni di tali prodigi gli furono riferiti da Giuliano, che era stato «familiarissimus» del presule tudertino ed era morto «ante non longum tempus» in Roma, dove aveva esercitato la carica di «ecclesiae defensor», altri da un certo «senex pauper» oriundo di Todi, che aveva conosciuto il santo vescovo («novi, et bene novi»).
Uno dei miracoli raccontati dal vecchio si verificò un giorno in cui «Gothi iuxta Tudertinam civitatem venerunt», mentre «ad partes Ravennae properabant».
Questo passo indica che Fortunato tenne il seggio della città umbra prima del 553, anno in cui i Goti, sconfitti definitivamente, abbandonarono l’Italia.
Gli storici di Todi, ingannati dal nome, hanno confuso Fortunato con Venanzio Fortunato, vescovo di Poitiers, morto poco dopo il 600, senza accorgersi del contrasto cronologico. Dei diversi trasferimenti delle reliquie di Fortunato parla S. Van Dyck negli Acta SS. Octobris.
E' festeggiato il 14 ottobre.
(Autore: Pietro Burchi - Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - San Fortunato di Todi, pregate per noi.

*Beato Francesco da Silos - Mercedario (14 ottobre)

+ 1415
Angelico commendatore del convento mercedario del Santissimo Salvatore nell'isola di Maiorca (Spagna), il Beato Francesco da Silos, fu insigne per la conoscenza della Sacra Scrittura.
Governò sapientemente il suo convento e pieno di carità e carismi divini, spirò placidamente nel bacio del Signore l'anno 1415.
L'Ordine lo festeggia il 14 ottobre.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Beato Francesco da Silos, pregate per noi.

*San Gaudenzio (Gaudenzo) di Rimini - Vescovo e Martire (14 ottobre)

Sulla figura di Gaudenzio (o Gaudenzo) esistono tradizioni diverse. Gli elementi comuni lo indicano come originario di Efeso.
Giunto a Roma intorno al IV secolo, venne ordinato sacerdote e poi vescovo e quindi inviato dal Papa a Rimini per annunciare il Vangelo.
Divenuto vescovo della città (probabilmente il proto-vescovo), nell'anno 359 partecipò al Concilio di Rimini indetto per condannare Ario; allorché se ne profilò la vittoria, Gaudenzio, con altri 17 vescovi, abbandonò il concilio e si ritirò in una cittadina vicina che dopo questo evento fu chiamata la Cattolica.
Tornato a Rimini, attaccò le posizioni ariane.
Arrestato, fu strappato dalle mani dei giudici e linciato dai seguaci di Ario, il 14 ottobre del 360.
Durante il suo episcopato ordinò diacono Marino, il Santo fondatore della vicina Repubblica. (Avvenire)
Patronato: Rimini
Emblema: Bastone pastorale, Palma
Martirologio Romano: A Rimini, San Gaudenzio, che si ritiene sia stato, in tempo di persecuzione, il primo vescovo di questa città.
Gaudenzo nacque ad Efeso nell’Asia Minore. Giunto a Roma fu battezzato, poi ordinato sacerdote e consacrato vescovo.

Inviato a Rimini come pastore, combatté vigorosamente i residui di paganesimo e l'eresia.
Nell’anno 359 partecipò al Concilio di Rimini indetto dall’Imperatore Costanzo II, appositamente convocato per condannare Ario; allorché se ne profilò la vittoria, Gaudenzio, con altri diciassette vescovi, abbandonò il concilio e si ritirò in una piccola cittadina vicina e che dopo questo evento fu chiamata la Cattolica.
Rientrato a Rimini, attaccò apertamente le posizioni ariane.
Arrestato dal preside dell'imperatore Costanzo, fu strappato dalle mani dei giudici e linciato dai seguaci di Ario, il 14 ottobre del 360.
Durante il suo episcopato ordinò Diacono Marino, il santo fondatore della vicina Repubblica. San Gaudenzio - il cui culto è comunque molto antico - è il patrono di Rimini e festeggiato il 14 ottobre.
(Autore: Carlo Ennio Morri – Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - San Gaudenzio di Rimini, pregate per noi.

*Beato Giacomo Laigneau de Langellerie - Martire (14 ottobre)

Martirologio Romano: Ad Angers in Francia, Beato Giacomo Laigneau de Langellerie, sacerdote e martire, che, durante la rivoluzione francese, fu ghigliottinato per il suo sacerdozio.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Beato Giacomo Laigneau de Langellerie, pregate per noi.

*Santi Lupolo e Modesto - Martiri a Capua (14 ottobre)

Martirologio Romano: A Capua in Campania, San Lùpulo, martire.
Sotto l’unica data del 14 ottobre il Martirologio Geronimiano in tre diverse rubriche topografiche commemora un San Lupo.
Nella prima rubrica, il Santo è ricordato assieme con altri, tra cui è Modesto, ma il dato topico CAP (= Capua) è grossolanamente interpretato per Cappadocia Campania. Al 15 ottobre lo stesso Martirologio celebra: in Capua Lupili; esso cioè fa esclusivo ricordo del capuano Lupilo che non può essere se non il Lupo ricordato nel giorno precedente.
Pure al 15 ottobre Rabano Mauro e Notkero a Libulo associano Fortunata di Patria; l’appendice di Adone commemora Lubulo, Modesto e Fortunata.
La forma ipocoristica di Lupus è passata attraverso molte alterazioni: nella tradizione ms. del Geronimiano diventa Lubulus, Lupiblus, Lupilus, Lupillus, Luplilius, Lupubrus, e finalmente il femminile Lupilia; quella locale presenta le forme Libulus, Lubulus, Luphilus.
Particolarmente notevole è la testimonianza del Calendario scritto per il monastero di Epternach tra il 702 e il 706 e annotato per quegli anni dal vescovo anglosassone san Willibrordo, dal quale s'intitola.
Esso rispecchia l’uso liturgico della Chiesa di Capua al tempo del vescovo Vittore (541-554) e registra Lupulo fra alcuni santi campani, al 15 ottobre.
Ma il suo culto è attestato principalmente dai mosaici del primo venticinquennio del secolo V che ornavano fino al 1766 l’abside e la cupola della chiesa di San Prisco presso Santa Maria di Capua.
I mosaici dell’abside raffiguravano due schiere di otto martiri ciascuna: in quella alla sinistra di chi guarda erano rappresentati santi romani e cominciava con Pietro e Lorenzo, quella di destra era formata da Santi locali e campani e iniziava con Prisco e Lupulo in uno dei riquadri della fascia o circolo inferiore della cupola, Lupulo era rappresentato assieme a San Rufo.
Nel 1630 M. Monaco pubblicò la riproduzione di questi mosaici argomentando che il martire fosse un levita, anzi un presbitero capuano.
La contrapposizione a Lorenzo farebbe pensare meglio a un diacono di Capua, martire in una persecuzione flebilmente locale di epoca imprecisata.
Di una chiesa dedicata a Lupulo in via sant'Angeli ad Formam nelle adiacenze della località Grottula, ma già distrutta nel secolo XI, fa menzione un istrumento del 1030 trovato dal Monaco tra le carte dell’antico monastero capuano di san Giovanni.
L’identificazione del martire Modesto associato nel culto a Lupulo è molto problematica. Monaco li trovò accomunati in un martirologio beneventano ms. e nell’antico Breviario capuano e, sulla troppo ingenua interpretatone di un testo liturgico («haec est vera fraternitas…») comune alla liturgia propria di gruppi di martiri, li ritenne fratelli.
Dei cinque antichi calendari capuani pubblicati dallo stesso Monaco, il primo, posteriore al 1087, ricorda al 12 febbraio un levita martire; solo gli ultimi tre commemorano al 15 ottobre Lupulo e Modesto. Pertanto, i due santi non furono associati prima del secolo XI.
Col nome di Modesto (e Modestino) si conoscono santi locali ed estranei alla Campania: in Avellino il 14 febbraio un vescovo, martire sotto Diocleziano assieme a Florenzio prete e a Flaviano diacono, a Benevento il 2 ottobre e il 12 febbraio un levita martire, in Lucania il 15 giugno un martire compagno di Vito.
Di un Modesto levita sardo trasferito a Benevento nel 591 tratta la poco attendibile Vita scritta dal monaco Alberico di Montecassino (secolo XI).
Il Lanzoni propende a riconoscere un solo Modesto levita e martire da identificare in un martire africano.
La reciproca influenza delle antiche Chiese campane e la prossimità delle date celebrative possono indurre a individuare Modesto capuano nel martire levita festeggiato il 2 ottobre a Benevento.

(Autore: Domenico Ambrasi – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Santi Lupolo e Modesto, pregate per noi.

*Santa Manechilde di Chalons-sur-Marne - Vergine (14 ottobre)

Martirologio Romano: Nel territorio di Châlons nella Champagne in Francia, Santa Manechilde, vergine.
Figlia di Sigmar, conte di Perthois, Manechilde (fr. Menehould) aveva sei sorelle tutte più anziane di lei: Ama, Pusinna, Oilde, Lintrude, Francola e Liberga.
Insieme ad esse fu consacrata a Dio da Sant'Alpino, vescovo di Chalons-sur-Marne, ma tutte rimasero nella casa paterna fino alla morte dei genitori.
Allora si separarono e Manechilde si ritirò a Bienville (Haute-Marne) dove continuò a beneficiare della guida di Sant'Alpino (morto nel 510 circa).
Manechilde venne inumata a Bienville, ma nell'860 il vescovo Erchenrad trasferì le sue reliquie nell'appena fondato monastero di Sant'Urbano (Haute-Marne), mentre la testa venne portata al Castrum Conthense che, nel XII secolo, prese il nome di Stemenhould (Marna).
La sua festa si celebra il 14 ottobre.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Santa Manechilde di Chalons-sur-Marne, pregate per noi.

*Beato Romano (Roman) Lysko - Sacerdote e Martire (14 ottobre)

Scheda del gruppo a cui appartiene:
“Beati 25 Martiri Greco-Cattolici Ucraini”

Horodok, Ucraina, 14 agosto 1914 – Lviv (Leopoli), Ucraina, 14 ottobre 1949
Martirologio Romano: A Leopoli in Ucraina, Beato Romano Lysko, sacerdote e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, seguendo costantemente le orme di Cristo, giunse per sua grazia al regno dei cieli.
Roman Lysko nacque il 14 agosto 1914 ad Horodok, nei pressi di Lviv (Leopoli). Piplomato all’Accademia teologica di Lviv, trascorse la sua gioventù con sua moglie al servizio dei giovani.
É cosa comune nelle Chiese Orientali cattoliche che dei giovani sposati possano essere ordinati sacerdoti.
Così avvenne anche per Roman, che il 28 agosto 1941 ricevette l’ordinazione presbiterale per mano del metropolita Sheptytsky, divenendo così sacerdote diocesano dell’Arcieparchia di Lviv degli Ucraini.
Il 9 settembre fu arrestato dal NKVD ed imprigionato a Lviv.
Dei testimoni oculari raccontarono che, dopo essere stato torturato, il giovane padre intonò dei salmi con la sua voce possente e venne inseguito murato vivo. Il 14 ottobre 1949 è considerata la data ufficiale della sua morte.
Roman Lysko fu beatificato da Giovanni Paolo II il 27 giugno 2001, insieme con altre 24 vittime del regime sovietico di nazionalità ucraina.
(Autore: Fabio Arduino – Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Beato Romano Lysko, pregate per noi.

*San Selyf (Selevan, Solomon) - Re di Cornovaglia (14 ottobre)
VI - VII sec.

Celtico di origine incerta,fu re di Cornovaglia verso il 600. St. Levan, vicino a Land’s End, luogo al quale diede il suo nome, conserva i resti di un eremitaggio che si crede fosse suo.
È possibile che questo re sia diventato eremita in quel luogo. Vengono menzionati diversi personaggi di questo nome.
Il re Selyf è venerato anche nel Sud della Bretagna. La festa si celebra il 14 ottobre.

(Autore: Hugh Farmer – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Selyf, pregate per noi.

*Beati Stanislao Mysakowski e Francesco Roslaniec - Sacerdoti e Martiri (14 ottobre)
Scheda del gruppo a cui appartengono:
“Beati 108 Martiri Polacchi”
+ Dachau, Germania, 14 ottobre 1942
Stanislaw Mysakowski, sacerdote della diocesi di Lublin nato a Wojsławice in Polonia il 14 settembre 1896, e Franciszek Roslaniec, sacerdote della diocesi di Radom nato a Wyśmierzyce in Polonia il 19 dicembre 1889, condivisero il martirio in odio alla fede perpetrato dai nazisti nel campo di concentramento di Dachau.
Papa Giovanni Paolo II il 13 giugno 1999 elevò agli onori degli altari ben 108 vittime della medesima persecuzione nazista, tra i quali questi due sacerdoti.
Martirologio Romano:
Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, Beati Stanislao Mysakowski e Francesco Roslaniec, sacerdoti e martiri, che, durante l’occupazione della Polonia in tempo di guerra da parte di nemici di Dio e della dignità umana, subirono il martirio in una camera a gas.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - Beati Stanislao Mysakowski e Francesco Roslaniec, pregate per noi.

*San Venanzio di Luni - Vescovo (14 ottobre)

† Albacina (Fabriano), Ancona, 603 c.
Nacque da nobile famiglia verso la metà del secolo VI. Vescovo di Luni dal 594 al 603 è noto per le sue lettere a Papa san Gregorio Magno dal quale sembra essere stato ordinato vescovo a Roma e del quale godeva la stima. Come Gregorio, costituì nella casa paterna un monastero femminile, per il quale ottenne dallo stesso Pontefice l’invio di una abbadessa. Fu contemporaneo del santo eremita Venerio e resse la sua diocesi in tempi difficili per la Chiesa.
Caduto l’impero di occidente, dopo le invasioni e le guerre greco-gotiche, nella latitanza dei poteri civili si trovò ad essere l’autorità di più alto riferimento nelle terre di confine tra i popoli italici dominati dai Longobardi e quelli dominati dai Bizantini. Probabilmente fu lui a organizzare
l'evangelizzazione della Lunigiana. Per incarico di Papa Gregorio svolse delicate missioni, come nella Chiesa di Fiesole e nella controversia tra il vescovo di Milano, Diodato, e il vescovo Teodoro. Probabilmente morì ad Albacina presso Fabriano dove il suo corpo si conserva nella chiesa a lui dedicata.
Emblema: Mitria, Pastorale
Martirologio Romano: A Luni in Liguria, commemorazione di san Venanzio, vescovo, che ebbe particolare cura del clero e dei monaci e fu amico stimato del Papa San Gregorio Magno.
Vescovi Santi in Diocesi di Luni
L’antica Diocesi di Luni venerava quale primo vescovo San Basilio, annoverato dalla Bibliotheca Sanctorum, tanto che nel VII era nota come Ecclesia Basiliana, come si evince da alcune monete. Altri pastori santi ancora oggi venerati sono Venanzio, Terenzio e Ceccardo.
Origini e ministero episcopale
Nato da nobile famiglia verso la metà del secolo VI, secondo molte autori a Piacenza, San Venanzio dall’epistolario sembrerebbe essere stato consacrato vescovo a Roma. Il suo episcopato si colloca tra il 594, quando succedette al vescovo martire San Terenzio, ed il 603. In tale anno si interrompe il suo epistolario. Resse la sua diocesi in tempi difficili per la Chiesa. Caduto l’impero di occidente, dopo le invasioni e le guerre greco-gotiche, nella latitanza dei poteri civili si trovò ad essere l’autorità di più alto riferimento nelle terre di confine tra i popoli italici dominati dai Longobardi e quelli dominati dai Bizantini.
Probabilmente fu lui a organizzare l'evangelizzazione della Lunigiana. Come Gregorio, costituì nella casa paterna un monastero femminile, per il quale ottenne dallo stesso pontefice l’invio di una abbadessa. Per incarico di Papa Gregorio svolse delicate missioni, come nella Chiesa di Fiesole e nella controversia tra il vescovo di Milano, Diodato, e il vescovo Teodoro.
Le fonti circa Venanzio
Esistono parecchi documenti biografici inerenti San Venanzio, risalenti al periodo del suo episcopato. La sua santità e la sua attività apostolica sono infatti egregiamente documentate nella corrispondenza e ne “I Dialoghi” di San Gregorio Magno, pontefice suo contemporaneo e confidente, dove è presentato come viro venerabili Venantio, Lunensi Episcopo.  Gregorio apprese proprio da Venanzio episodi e miracoli compiuti da alcuni pii personaggi d’Italia, tra i quali il prodigio operato dal vescovo lucchese San Frediano che deviò miracolosamente il fiume Serchio. Ben poco invece ci è pervenuto sui primi e sugli ultimi anni della sua vita.
Le lettere di San Gregorio Magno
maggio 594: Il papa raccomanda a Venanzio che i cristiani non siano schiavi degli Ebrei.
maggio 594: Il Papa scrive a Costanzo, vescovo di Milano allora esule a Genova, di aiutare Venanzio circa la restaurazione della disciplina nel clero.
settembre 594: Il papa, saputo che il prete Saturnino aveva celebrato messa nonostante il divieto vescovile, ordina a Venanzio di sospendere il ribelle fino alla morte, o fino a quando non si sarà sufficientemente pentito.
novembre 594: Il papa risponde al vescovo, che gli chiedeva che misure prendere contro l'abate di Portovenere e i suddiaconi che avevano violato le regole comunitarie: il primo non sia privato degli ordini sacri, ma gli altri siano deposti dai loro offici e dimessi dallo stato clericale. Inoltre il presbitero Saturnino sia confinato a Gorgona o Capraia dove potrà sollicitudinem de monasteris gerere er in eo quo est statu sine cuiusquam adversitate manere.
ottobre 597: il papa concede a Venanzio di fondare un monastero femminile in una casa di sua proprietà.
gennaio 599: il papa chiede a Venanzio di difendere i diritti di una monaca nella controversia con la madre.
gennaio 599: il papa chiede a Venanzio di ordinare nuovi sacerdoti, come vuole il magister militum per convertire i pagani che ancora dimoravano nei pagi della Diocesi.
febbraio 599: il Papa promette a Venanzio di mandare una badessa esperta per il monastero che ha fondato.
maggio 599: il papa sollecita Venanzio nel far restaurare la facciate della chiesa di Fiesole, come richiesto dal sacerdote Agrippino e dal diacono Servando.
maggio 603: il papa scrive a Deudedit vescovo di Milano per informarlo di avere nominato Venanzio mediatore nella causa con il vescovo Teodoro.
Il monachesimo in Lunigiana
Nel VI secolo fiorì il monachesimo in Lunigiana ed il nome più illustre fu senza dubbio quello di San Venerio, eremita all’isola del Tino. Secondo alcuni storici sarebbero esistiti due santi di nome Venanzio in Lunigiana, uno vescovo di Luni e l’altro abate nel vicino monastero di Ceparana, pressoché contemporanei. Ad oggi si propende per ritenere che il medesimo San Venanzio, vescovo di Luni, fosse stato monaco in precedenza in qualche monastero vicino, come del resto anche Gregorio Magno aveva un passato di vita claustrale. L’affermarsi fortemente del monachesimo in Lunigiana in quel periodo di tempo, lo zelo dimostrato da San Venanzio per la restaurazione della disciplina nei monasteri della sua diocesi e la fondazione su sua iniziativa di un monastero femminile nella stessa città di Luni, costituirebbero una conferma di questa tesi.
Morte e culto
La morte lo colse probabilmente in missione ad Albacina presso Fabriano nelle Marche, dove il suo corpo si conserva nella chiesa a lui dedicata. La Diocesi di Massa Carrara - Pontremoli fa memoria di San Venanzio il 14 ottobre, data in cui il santo vescovo è commemorato anche dal Martirologio Romano. I Bollandisti ricordano al 25 novembre San Venanzio nel Supplementum agli Acta Sanctorum. Ad Albacina e Fabriano il santo è festeggiato il 7 giugno. Infine il 14 luglio ricorre l’anniversario della scoperta delle sue reliquie.
(Autore: Don Fabio Arduino - Fonte: Enciclopedia dei Santi)

Giaculatoria - San Venanzio di Luni, pregate per noi.

*Altri Santi del giorno (14 ottobre)

*Beata

Giaculatoria - Santi tutti, pregate per noi.

Torna ai contenuti